Sebbene questo servizio possa sembrare, secondo il mio opinabile e probabilmente azzardato giudizio, volutamente screditante nei confronti delle "recenti" vicessitudini del noto comico, è possibile azzardare l'ipotesi che lo stesso sia nato indirettamente dal blog di un altro comico che stimo e seguo da molti anni ma che ha incentrato parte di una personale riflessione sul marketing.
E' nel blog di Daniele Luttazzi infatti che si può leggere, ormai da giorni, il suo lucido giudizio riguardo il V-day e, prima ancora, sulle strategie commerciali della satira proposta da Grillo.
Ma di che cosa parlava veramente Grillo nello spettacolo del 2001?
Nel settore dell'IT, oggi l'italia si colloca al 38esimo posto nella classifica mondiale, dietro nazioni come la Tailandia, la Tunisia, il Cile, il Lussemburgo, Malta, Israele, la Slovenia e tutti gli altri.
Questo non solo significa che nel nostro paese le ciambelle di settore riescono quasi sempre senza il buco, ma che l'ignoranza prevale sulle reali possibilità offerte dalle tecnologie che ruotano attorno al World Wide Web.
Al tempo del vecchio spettacolo di Beppe Grillo non esisteva ancora il Web 2.0, concetto ormai ben chiaro a tutte le persone minimamente informate sul mondo del Web ma che per ovvi motivi è totalmente estraneo alla maggior parte delle persone ed in questo caso, dei media.
Nel lontano 2001 in Italia, i concetti come condivisione dei contenuti, partecipazione attiva da parte dei navigatori, spazi aperti ed informazione per e/o verso tutti, non esistevano.
Internet era semplicemente un ammasso informe composto per lo più da siti strutturati tramite le peggiori pratiche di progettazione e realizzazione, pratiche in buona parte contestate anche nei più recenti lavori di realizzazione pubblica, pagati milioni di euro da noi umili ed impotenti contribuenti.
Fin dalla nascita di progetti come Wikipedia, un'icona del nuovo Web 2.0, Beppe Grillo non ha fatto altro che enfatizzare le notevoli caratteristiche del servizio appena citato nonché complimentarsi con il nuovo modo di intendere la rete, nato dagli stessi addetti ai lavori e popolato quotidianamente da milioni di utenti.
Quello che il comico non poteva certo fare nel 2001 era lodare l'insieme di apparati e società che non curanti delle reali potenzialità della rete pensavano soprattutto ai guadagni, ad eccezione di alcune stelle che hanno scelto di permettere a chiunque di avere accesso alla stessa rete senza costi di attivazione ( un grazie doveroso e sincero va a Tiscali ! ).
A quanto pare però l'ignoranza riguardo il Web e soprattutto della sua ultima evoluzione, la versione 2.0, in Italia è ancora all'ordine del giorno e se Grillo poteva al tempo criticare lo strapotere Microsoft (ricordo che con Mac o Linux il problema virus, ad esempio, è dimezzato se non nella maggior parte dei casi inesistente) e condividere l'incapacità collettiva di sfruttare attivamente queste nuove tecnologie (a scuola si studia ancora il Pascal, a volte "col Turbo", ma invece di insegnare il Web, al massimo si spiega il funzionamento di qualche software proprietario e di inevitabile mancata conformità con gli standard internazionali definiti dal consorzio W3), oggi utilizza tramiti odierni per comunicare con cittadini, fans e per finire, ministri interessati al suo blog.
Per concludere, vorrei solo consigliare a tutti quelli che criticano il vecchio (e l'attuale) operato di Grillo di ricordare quante volte questo "comico" si sia dimostrato anni avanti o più aggiornato di tutti noi: probabilmente grazie al fatto che lui le notizie non le aspettava ne cercava tra i media di questo paese, gli stessi che ci collocano al 40esimo posto della classifica internazionale sulla libertà di stampa.
Sono un fan di Grillo? Diciamo che lo ammiro ma che son prima un fan della corretta informazione.
Grazie per l'attenzione e soprattutto grazie Italia per continuare a non aggiornarti sulle materie, qualunque siano, reality esclusi.
Cordialmente,
un cittadino qualunque.
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